venerdì 11 febbraio 2011

Intervista con l'autore: Lorenzo Mazzoni

Dopo il mio commento al suo ultimo libro Le bestie/Kinshasa Serenade, incontriamo l'autore Lorenzo Mazzoni.



(Foto: Lorenzo Mazzoni in Yemen)
Quando e perché hai iniziato a scrivere?
Ho scritto la mia prima storia a sei anni. Una specie di Odissea, dove partivano in ventisette e, inspiegabilmente, morivano in cinquantatre. Un'unica copia, scritta a mano, rilegata con un nastro rosso e regalata a mia mamma. Poi mi sono preso una pausa sabbatica durata fino ai quattordici anni quando ho iniziato a scrivere poesie orrende. Milioni di poesie orrende. Sono state la scoperta della narrativa americana, la riscoperta di Salgari e i viaggi che mi hanno portato al romanzo. Scrivo perché sono arrabbiato, perché sto bene in compagnia dei miei personaggi, per non sparare in faccia a qualcuno, per dire quello che penso, per rendere i sogni palpabili eccetera eccetera.

Come è nata la collaborazione con la Momentum?
Ho visto su internet un link di Momentum. Sono andato sul sito e mi è subito piaciuto il tipo di progetto che portano avanti: spy-story, noir, hard boiled... Siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ho proposto "Le bestie/Kinshasa Serenade" che è piaciuto e, in tempi davvero rapidi, lo hanno trasformato in un libro in carne e ossa. Sono molto felice di aver pubblicato con loro. La serietà con cui lavorano è encomiabile. Massimo Di Gruso, il direttore editoriale, e tutta la redazione penso siano un esempio sano e positivo sul modo in cui un editore dovrebbe lavorare oggi in Italia. Lunga vita a Momentum Edizioni.

Un personaggio de Le Bestie ascolta e ama i Notturni di Chopin.
Come mai questa scelta?

I Notturni sono malinconia e dolcezza. Harlod Brook (il personaggio che li ascolta) è assorbito di orrore e quotidiano e reale cinismo. Sono la sua medicina per non impazzire. Ascolta Chopin per dimenticare la bidonville dove lavora come medico e per lasciare fuori dalla porta Kinshasa, la grande metropoli tropicale in continuo stato di decomposizione.

Perché hai dedicato il tuo libro ai rifugiati? 
Perché sono le vittime del lungo conflitto congolese e di tutti i conflitti in generale. I rifugiati perdono lavoro, casa, terra, cari (a volte anche la dignità) per colpa di guerre volute dai potenti. In Congo non sarà mai qualche autoproclamato generale finanziato dall'Occidente o dalle mafie internazionali a perdere la propria "quotidianità", ma sempre e solo la gente comune. In Congo ci sono un milione e mezzo di profughi. E' a loro che il libro è dedicato, ma anche ai rifugiati nei grandi ghetti delle capitali europee, ai rifugiati dell'Afghanistan, alle migliaia di palestinesi a cui viene negato il diritto alla terra, alle centinaia di migliaia di persone che ogni giorno cercano rifugio in qualcosa di lontano dalla realtà per scappare all'orrore imposto dal Dio Denaro e dai suo fratelli.

Ferrara: qual è la tua opinione sulla realtà edioriale e sui lettori della tua città ?
Se si esclude LineaBN Edizioni (e non perché è stato un mio editore), credo che il quadro generale sia pessimo. Ci sono i soliti editori che "funzionano" da trent'anni nonostante non pubblichino libri decenti da molto tempo. Ci sono gli editori a pagamento. Quelli che pubblicano libri sugli Estensi per avere fondi, ignorando che Ferrara ha una sua storia anche dopo che il ducato è passato a Modena e che, magari, promuovere qualcosa di nuovo farebbe bene alla cittadinanza per ricongiungerla con un passato un po' più variegato. Ci sono editori da aperitivo e editori che dovrebbero smetterla di incrementare la deforestificazione del pianete pubblicando prodotti locali impubblicabili. LineaBN Edizioni ha avuto il pregio di pubblicare narrativa, reportage, fotografia, progetti collaterali con paesi esteri. Insomma qualcosa di nuovo per una città che avrebbe il clima e le potenzialità per fare davvero qualcosa di importante. I lettori della città sono buoni lettori, tendenzialmente. A Ferrara si legge tanto. Purtroppo i ferraresi sono molto influenzabili dalle scelte editoriali che gli propinano i media locali, perciò spesso libri orribili vendono molto di più di libri ben scritti, ma credo sia un problema nazionale e non ascrivibile alla sola realtà cittadina.

Un libro che avresti voluto scrivere.
"Il fattore umano", di Graham Greene.

Un libro che ci consigli.
"Il forziere di Zanzibar", di Aidan Hartley.


Grazie
Grazie a voi

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